Cosa dobbiamo tenere a mente quando collaboriamo con le piccole aziende
1. Non sanno quello che fate
é proprio così, i piccoli imprenditori che si affacciano al mondo della grafica non hanno minimamente idea di cosa facciate, conoscono i prodotti finali di cui hanno usufruito alcuni colleghi e nella maggior parte dei casi è la prima volta che si rivolgono a una figura di questo tipo. Non sanno cosa comporta il vostro processo lavorativo, quindi siate chiari su tutto anche su cose che vi sembrano ovvie, posso garantirvi che scenderanno dalle nuvole neanche gli stesse spiegando la scissione nucleare mostrandogli una fotografia del cortile di una centrale. Rendeteli partecipi del lavoro svolto (senza eccessi, devono sapere cosa fate, non entrare nel vostro studio è indicarvi la giusta disposizione del portamatite!), comunicategli le variazioni e le motivazioni per cui sono fatte, ma soprattutto mantenete chiarezza su eventuali lavori aggiuntivi che hanno un costo a parte (i piccoli imprenditori sono molto sensibili su questo argomento…moltissimo!)
2. La trattativa del VUCUMBRA’
se sperate che ci sia un trucco per saltare questo passaggio, mi dispiace deludervi…non c’è, questa fase non si può saltare, tranne in rarissimi casi, chi commissiona tirerà sempre sul prezzo, soprattutto in questa categoria ( fa parte del loro DNA). Se siamo fortunati, trattiamo con imprenditori preparati, che hanno già una loro proposta, quindi dobbiamo solo decidere se ci sta bene o no. Molto più frequentemente ti sentirai dire questa frase “quanto ti prendi per questo lavoro?” (ho scelto la formula più gentile che mi è stata rivolta in questi anni). Arrivate preparati a questa fase, armatevi di listino. Nei primi tempi, quando trovare risposta a questa domanda sembrava un’impresa titanica e nessuno sapeva darti una risposta, neanche il saggio google, intervistai i miei colleghi (illustratori ma anche grafici, pittori, artigiani) e mischiai le info ricevuto per crearmi un listino personalizzato che rispettasse due criteri: la qualità del lavoro e il tempo impiegato. Da qui ci si può assegnare un forfait orario da moltiplicare per le ore di tempo stimate che ti porterà via quella commissione, abbondate, perché per quanto sarete precisi nel considerare il tempo impiegato ne impiegherete sempre di più! Scrivete il preventivo, dividendolo in voci che descrivano le fasi di lavoro (bozze, studi, definitivo etc) con i relativi importi, inseriteci anche lo sconto che applicate dopo la trattative (la differenza tra quello che chiedete e quello che sono disposti a darvi) sempre per il principio di chiarezza del punto uno, e infine distinguete il totale al netto di imposta dal lordo. Tutti i preventivi, che voi siate muratori, idraulici, avvocati o illustratori hanno una scadenza…quindi anche il vostro ne dovrà avere una, consiglio di non andare oltre il mese dalla stesura. Di seguito un fac-simile da cui poter prendere spunto:
3. Firmi qui!
MAI mettere la matita sul foglio se non hanno firmato un contratto! (questo errore capita almeno una volta nella vita dell’illustratore o illustratrice). Ogni illustratore dovrebbe avere tra i suoi doc-file dei prototipi di contratto da modificare ed adattare al cliente del momento. In questo modo si ha qualcosa di scritto, che chiarisce quali sono i doveri e i diritti di entrambe le parti, anche l’imprenditore ne è tutelato, ma spesso non lo sa e messo davanti a un contratto si sente spaesato e confuso, cercherà di procrastinare la firma, sperando che ve ne dimentichiate, perché tanto “loro sono persone di parola non servono queste cose”, quindi fatelo subito e accompagnateli verso questo passo con gentilezza. Cominciate a lavorare solo dopo aver ricevuto il documento, vi aiuterà a rispondere a frasi dai seguenti incipit “ ma io avevo capito..”, “non è compreso anche…”, “ma puoi passarmi i file originali per…” etc etc
4. Comunque vadano le cose…
Rimanete in rapporti pacifici con chiunque collaboriate, almeno provateci, non è semplice e non sempre si riesce, ma aiuta a non avere situazioni pendenti. Un cliente insoddisfatto di una collaborazione non parlerà positivamente dell’esperienza, e non beneficeremo del passaparola, molto utile all'inizio della carriera, quindi conservate una cisterna di gentilezza anche per chi pretende di usare il vostro lavoro a caso senza darvi i giusti corrispettivi (ditegli gentilmente che non è una cosa che siete disposti a fare!). Rispettare il punto 3 ci aiuta a non trovarci in questa spiacevole situazione.
5. Come dire di no
Illustrare è un lavoro, qualcuno fa ancora fatica a capirlo, e per tanto va remunerato. Spesso si accettano tutte le commissioni che ci arrivano, travolti dalla voglia di guadagnare facendo ciò che si ama, ma questo appesantisce il lato creativo di un onere che non gli compete (farci mangiare) perché all’io-creativo, dei soldi non gliene importa niente. Per fare l’illustratore/l’illustratrice, soprattutto agli inizi, bisogna avere un entrata economia alternativa, può derivare da un lavoro (rigorosamente part-time perché ci deve dare il tempo di coltivare la nostra vocazione) o da un'entrata automatica (investimenti o fitti). In questo modo, oltre a poter finanziare la nostra vocazione (i materiali artistici hanno un costo) alleggeriamo il nostro io-creativo, che in realtà vuole solo divertirsi, e acquisiamo la libertà di dire di no a offerte di lavoro a rischio, a budget ridicoli o che non sono in linea con il nostro stile. Così facendo avremo la possibilità di crescere artisticamente evitando situazioni spiacevoli.
Ed ora non mi resta che augurarvi buon lavoro! ;)
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